In questo articolo pubblicato dal “Pensiero Romagnolo” nel luglio 1967 dopo la scomparsa di Marcello Gardini si ricorda la sua amicizia con Tonino Spazzoli, con cui aveva condiviso l’avventura africana.
Ricordo di MarceIlo Gardini
Il 19 giugno u.s. la morte ha fermato il cuore di Marcello Gardini, lasciando nello strazio i familiari e nel dolore gli amici della sua giovinezza e della sua fede. Chi come noi ha avuto modo di conoscere le sue qualità di amico generoso e buono, sempre pronto ad intervenire con la sua parola comprensiva, a compiere un gesto di generosità o a esaltare con foga un atto di fede repubblicana, sentirà ancora di più la sua mancanza.
Nel 1947, appena ritornato dall’Africa dove era stato trattenuto come prigioniero di guerra, era corso a dare la sua adesione al partito del suo credo politico. In terra africana aveva incontrato Tonino Spazzoli [Errata Corrige: in realtà i due amici non si erano mai distaccati prima della guerra, anzi insieme erano partiti per l’Africa per iniziare una nuova avventura di lavoro] e là aveva rinsaldato ancora di più la fraterna amicizia che già esisteva con I’Uomo che passerà alla storia come l’eroe più leggendario della Resistenza romagnola.
Il 9 settembre 1965, Marcello Gardini era con noi ad attendere al Monumentale di Forlì, il generale Sir Philp Neame che veniva da Londra in pellegrinaggio a rendere un devoto saluto alla tomba di Tonino Spazzoli che al generale inglese aveva donato la libertà sottraendolo, con altri ufficiali, alle ricerche dei nazifascisti furibondi della beffa subita. Marcello Gardini sfogò con noi la sua indignazione verso gli Amministratori comunali che mai avevano accolto la nostra richiesta (1954 e seguenti) di erigere una tomba degna dei cinque Eroi (3 medaglie d’oro e due medaglie d’argento) caduti insieme per la libertà e insieme sepolti in una tomba provvisoria che oggi presenta ancora di più le brutture che gridano indignazione e rimprovero contro i responsabili che non ascoltarono le nostre parole.
Marcello Gardini aveva un cuore aperto a tutte le attenzioni e a tutti gli affetti: dalla casa agli amici, dal lavoro all’idea, dall’amore della libertà al culto dell’arte. Per questi suoi nobili sentimenti e per questo senso del dovere verso la Patria e verso la Società, era stato insignito del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica.
Dopo il bene e l’amore per la famiglia, Marcello Gardini amava il suo partito dove imprimeva la sua gagliarda passione di fedele combattente dell’idea.
Da poco era stato eletto consigliere del Circolo ‘Mazzini, interessandosi attivamente ai problemi della Sezione e discutendo con competenza dei problemi comunali che avrebbe voluto vedere risolti in una visione di progresso in tutti i campi della vita forlivese.
Nel trigesimo della morte dell’indimenticabile amico, i repubblicani ne ricordano la sua memoria deponendo sulla sua tomba l’edera più bella della terra di Romagna.
B. C