(quello che segue è un brano tratto dall’intervista ad Anna Spazzoli, figlia di Pippo Spazzoli, intervistata dagli alunni della classe III C della Scuola Media Pietro Zangheri nel marzo del 2011. Abbiamo qui riportato i passaggi dell’intervista relativi alla gioventù di Arturo; l’intervista integrale si può vedere al video qui sotto, mentre la trascrizione integrale si può trovare nella nostra pagina “La famiglia“)
Mi chiamo Anna Spazzoli e sono la figliola di Pippo Spazzoli, il maggiore dei 10 figli della seconda moglie perché in tutto, tra fratelli e sorelle, erano 14: una bella tribù! Non ricordavo tutti gli zii e a volte li confondevo, però di tutti loro il mio preferito era l’ultimo: Arturo. Era più giovane di me di un anno. Lo ricordo dotato di un’intelligenza veramente superiore, di grande altruismo e generosità tanto che è morto per compiere il suo dovere che non aveva ancora vent’anni.
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Noi abitavamo generalmente in campagna perché il mio babbo dirigeva alcune tenute: una nel ravennate, una nel bolognese e una nel ferrarese. Raramente stava a Forlì e io, quando ero a Forlì, abitavo in casa dell’una o dell’altra nonna. Però dalla nonna paterna stavo meglio perché c’era una quantità di zii e quello che mi era più caro era quello che aveva un anno in meno di me, Arturo, appunto, che voi avete sentito nominare e sapete anche che è stato impiccato in piazza.
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Arturo era il più generoso. Me lo ricordo quando era in collegio, era molto bravo, penso fosse il migliore di tutto l’Istituto, era intelligentissimo.
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Con Arturo eravamo molto legati. Era mio zio, ma era più giovane di me di un anno ed era anche più piccino e io mi davo un certo tono. Era molto bravo, perfino meglio di me certe volte, era il mio amico, il mio compagno, quello con cui andavamo a rubare il formaggio. Sì, perché i miei avevano i contadini che gli portavano formaggio e polli e i formaggi venivano lasciati maturare in un locale apposito e io e “Arturino” pensavamo ad arrangiarci. Rubavamo il formaggio non perché non ci fosse abbastanza da mangiare, ma perché ti dava un gran gusto! Com’era buono quel formaggio!
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Arturo era mio amico, come potevo chiamarlo zio che era più piccolo di me ed era anche più giovane di un anno! Lo chiamavo Arturino e lui mi chiamava Annalunga.