L’amicizia

in Spazzoli era così alto il sentimento dell’amicizia da superare partiti, fazioni… Quindi quegli uomini rappresentativi, con posti di governo di alto prestigio o meno, non erano altro che carissimi suoi amici e basta. II Partito fascista non c’entrava per niente.

(Icilio Missiroli)

Alcuni estratti per testimoniare il valore dell’amicizia tenuto saldo da Tonino per tutta la sua vita:

Tonino “fascista”?
(Di Elio Santarelli, tratto da “Tonino Spazzoli” – estratto da “Il Pensiero Romagnolo” n. 31 e 32, 7 e 14 settembre 1974)

Nacque così, per i rapporti con Muti, la leggenda dello Spazzoli fascista. Abbiamo parlato tante volte con gli amici di Tonino sull’argomento. con Bruno Angeletti. Icilio Missiroli, Bruno Casadei, Augusto Varoli, Mario Miserocchi; Ma, diciamolo subito, non diamo luogo ad equivoci, anche se vari giornalisti, parlando nel sentito dire di Spazzoli, in pezzi dedicati ad Arpirtati, lo definivano fascista se non addirittura squadrista. Parliamo pure di questo “fascismo” che deve essere inteso nell’assurdità della definizione, non come fedeltà ad un capo o a un regime, ma come espressione di un’amicizia forte, indissolubile verso uomini potenti, o caduti in disgrazia che per Tonino valevano lo stesso sentimento. Ci diceva Icilio Missiroli, per esempio, che in Spazzoli era così alto il sentimento dell’amicizia da superare partiti, fazioni… Quindi quegli uomini rappresentativi, con posti di governo di alto prestigio o meno, non erano altro che carissimi suoi amici e basta. II Partito fascista non c’entrava per niente, Tanto è vero che in lui rimase sempre una tenace avversione contro Mussolini verso il quale tentò scagliare lo stesso Muti. Lo invitò addirittura a sganciare bombe (il ravennate era aviatore) su Palazzo Venezia. Muti comunque rispose scandalizzato, precisando inoltre che se il carro del vincitore fosse travolto egli avrebbe seguito lo stesso suo destino. Comunque, è bene dirlo, in virtù di questi sodalizi, l’azione di Spazzoli arrivava al punto di avviare dialoghi mediante i quali era possibile tentare qualche soluzione nuova, pulita, onesta, libera, magari nel nome del ribelle ArpinatL liberale ed antimilitarista che almeno combatteva a viso aperto e con estremo coraggio contro il duce e il suo regime quando tutta Italia era genuflessa agli ordini dell'”invitto” duce.

Tonino e Arpinati
(Di Elio Santarelli, tratto da “Tonino Spazzoli” – estratto da “Il Pensiero Romagnolo” n. 31 e 32, 7 e 14 settembre 1974)

Leandro Arpinati è a Forlì probabilmente verso la fine di luglio o i primi d’agosto. Della data precisa non sono certi né Icilio Missiroli, né Bruno Casadei che mi han parlato dell’episodio che narriamo. Comunque sia, l’ex gerarca è ospite di Spazzoli nella sua casa di via Archimede Mellini. La gente lo viene a sapere e qualcuno che è in riunione in un incontro fra esponenti di partito, vorrebbe passarlo per le armi. La signora Tìna Gori, un’altra preminente figura della Resistenza forlivese. è messa al corrente e corre a perdifiato verso l’abitazione di Spazzoli, per indurlo ad allontanare l’amico. Ma Tonino, che le era pur legato da un caldo legame di pura amicizia, la invita in malo modo ad andarsene, aggiungendo che Arpinati era ospite suo, quindi sacro,

Nanni, Arpinati e Spazzoli a Malacappa

 


 Con Arpinati, aprile ’42, a Bologna


Con Arpinati, giugno ’44


Con Arpinati, luglio ’44


Con Ettore Muti, gennaio 1941 


A caccia con gli amici Marcello Gardini, Augusto Viroli e altri, anni Trenta


In arrampicata

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